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L’Apologia scritta da Senofonte rappresenta, dopo quella di Platone, la più importante testimonianza storica riguardante la difesa di Socrate nel processo a suo carico, in cui il sapiente maestro fu condannato a morte. Intento dell’autore è quello di offrire un completamento di informazioni riguardo a quanto già era stato detto e scritto sul tale processo, evidenziando in particolare la coerenza tra l’atteggiamento assunto da Socrate nel processo, ritenuto dai più troppo orgoglioso e controproducente, e il suo stesso pensiero filosofico. Seppur considerata dai critici un’opera minore rispetto all’Apologia platonica, l’opera di Senofonte costituisce comunque un tassello fondamentale per ottenere un quadro più possibile completo sulla figura e sulla filosofia di Socrate.
Introduzione di Salvatore Primiceri. Traduzione di Stefano Bassi. Copertina di Ivan Zoni.
Senofonte, figlio di Grillo del demo di Erchia nacque intorno al 430/425 a.C. e morì a Corinto nel 355 a.C. circa. Discepolo di Socrate, è stato anche uno storico, scrittore e mercenario. È stato soprannominato dalla Suda “l’ape attica”, per la semplicità e la chiarezza della sua prosa.
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